ANIDIS - L'ingegneria Sismica in Italia, ANIDIS 2013 - XV Convegno

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PROVE SPERIMENTALI DI ROTTURA CICLICA DI NODI SOLETTA-PILASTRO IN CALCESTRUZZO ARMATO

Paolo Giorgi, Roberto Scotta

Ultima modifica: 2013-05-29

Sommario


I solai bidirezionali a soletta piena di c.a., post-compressa o non, sono ampiamente utilizzati nell’edilizia residenziale e commerciale per la loro economicità, velocità esecutiva e la buona efficienza rispetto ai carichi verticali. La caratteristica principale di questi sistemi è la semplicità della cassaforma che porta a velocizzare ed ottimizzare le fasi di costruzione, specie in presenza di maglie strutturali regolari.

A livello normativo mancano, sia in territorio nazionale (NTC08) che a livello europeo (Eurocodici) delle linee guida per progettare tali strutture in ambito sismico secondo i dettami del ‘capacity design method’ tenendo conto dell’interazione flessione-punzonamento. In particolare non viene fornita alcuna indicazione su quali fattori di struttura ‘q’ siano da adottarsi in fase di progettazione.

Nella progettazione di nuove strutture, al fine di assicurare adeguata duttilità delle strutture sismo-resistenti, si può ragionevolmente pensare di affidare la capacità dissipativa interamente alla soletta, cercando di preservare i pilastri e le zone nodali da una rottura inevitabilmente fragile.

Nel caso di dover eseguire l’analisi di vulnerabilità sismica di edifici esistenti realizzati con pilastri e soletta piena ma non adeguatamente controventati, situazione non infrequente nel costruito dell’ultimo ventennio, non si hanno valide indicazioni per la previsione dei meccanismi di rottura e della effettiva duttilità strutturale.

Il presente lavoro intende fornire un contributo su tale argomento. Si è effettuato il  progetto simulato di un edificio a pilastri con soletta piena in c.a. rispetto ai soli carichi gravitazionali. Di tale edificio si sono realizzati dei nodi pilastro soletta di bordo in scala reale e su tali campioni si sono eseguite delle prove sperimentali fino a rottura sottoponendoli a spostamenti pseudo-statici di tipo ciclico, in condizioni tali da simulare una condizione di sollecitazione sismica.

I principali risultati ottenuti sono analizzati criticamente e confrontati con quelli ottenuti da un modello numerico non lineare di previsione, allo scopo di trarre delle utili conclusioni sulla duttilità, resistenza e comportamento oligociclico di tali tipologie strutturali.


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