ANIDIS - L'ingegneria Sismica in Italia, ANIDIS 2011 - XIV convegno

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Sperimentazioni in situ per la valutazione del miglioramento del comportamento fuori dal piano di piattabande murarie

vittorio ceradini, alessia bianco

Ultima modifica: 2011-07-18

Sommario


Nell’ambito delle sperimentazioni del secondo triennio RELUIS sono in corso alcune prove in situ a cura del Laboratorio di ricerca sperimentale M.A.RE. (Materiali e Analisi per il REstauro, SIS, Sezione indagini strutturali) del  Dipartimento PAU dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria.

La caratteristica principale di questa prova meccanica in situ (non distruttiva se in fase di cantiere) è l’economicità e praticità di esecuzione.

La prova meccanica in situ è di tipo statico ed è eseguita da un semplice telaio metallico di contrasto, un martinetto oleodinamico, diversi strumenti di misura per l’individuazione del cinematismo imposto.

 

Il primo caso applicativo, utile per poter mettere a punto il  sistema, è stato eseguito in un cantiere di completamento su un  edificio murario di un piano, che viene sopraelevato in muratura a due  piani. L’edificio in questione è localizzato sul lungomare di Gallico (RC) ed è un superstite del terremoto e del maremoto del 1908. Rimasto a suo tempo parzialmente incompiuto, solo ora si provvede al suo completamento.

Vengono eseguite, sempre negli stessi punti, durante il cantiere, prove di spinta a contrasto via via che si completa l’edificio,. In questo  modo, man mano che si aggiungono progressivamente vincoli alla parete  muraria, la prova verifica l’efficacia o meno di questi vincoli. Viene quindi comparata la rigidezza del muro a spinte orizzontali nella situazione iniziale, dopo il rinforzo di una piattabanda, dopo la realizzazione di incatenamenti nel piano e fuori dal piano, dopo la posa di nuovi solai in legno, dopo il loro collegamento agli incatenamenti, dopo la elevazione del secondo livello, dopo la realizzazione di un cordolo murario, la realizzazione di un solaio di sottotetto, la realizzazione della copertura dopo il collegawnto delle travi di copertura al cordolo.

Le prime tre prove hanno dato, per ora, risultati congruenti e incoraggianti. La campagna di prove in questo cantiere dovrebbe concludersi entro aprile 2011.

Il programma di sperimentazione prevede poi di poter utilizzare il sistema adottato in alcuni casi studio nell’aquilano terremotato.

Si sottopone l’esperienza svolta alla discussione del prossimo convegno ANIDIS di Bari, nella sessione Sperimentazione, identificazione dinamica e monitoraggio delle strutture.

 


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