Modellazione di nodi trave-pilastro esterni di telai in cemento armato soggetti ad azioni cicliche
Ultima modifica: 2011-06-21
Sommario
È ormai generalmente riconosciuto che i nodi trave-pilastro costituiscono una regione critica nelle strutture a telaio in c.a. soggette ad azioni sismiche di notevole intensità. Il comportamento del nodo influenza significativamente la risposta dell’intero sistema strutturale, sia in termini di deformabilità, che in termini di resistenza.
Nella parte introduttiva della memoria si intende presentare una discussione e un confronto critico dei principali modelli proposti in letteratura per lo studio del comportamento ciclico di nodi trave-pilastro. Tali modelli costituiscono la base per lo sviluppo di un modello per componenti per nodi pilastro-trave in c.a. che permette di considerare separatamente la deformazione a taglio del pannello nodale e le rotazioni aggiuntive delle sezioni di interfaccia trave-pilastro, dovute alla perdita di aderenza delle barre di armatura all’interno del nodo. Il modello che intendiamo presentare può costituire una valida e semplice alternativa ai modelli più complessi MSM pubblicati in letteratura (Multi Spring Model) che, se anche risultano ben rappresentativi del comportamento non lineare del nodo presentano difficoltà notevoli nella calibrazione di numerosi parametri.
Il modello analitico presentato nella memoria viene confrontato ai modelli già noti in letteratura, simulando i risultati delle principali prove cicliche su nodi trave-pilastro pubblicate in letteratura.
Il modello proposto viene inoltre utilizzato per orientare la progettazione di una campagna di prove sperimentali su campioni rappresentativi di nodi trave-pilastro d’angolo in scala 1:1.
Il presente lavoro teorico e numerico si inserisce in un più ampio programma di ricerca che prevede anche la realizzazione di prove sperimentali per lo studio del comportamento ciclico di nodi trave-pilastro d’angolo (con armature lisce o ad aderenza migliorata) di edifici a telaio in c.a. progettati per soli carichi verticali secondo la pratica costruttiva italiana fino agli anni ’70. Come è ben noto anche a seguito del terremoto dell’Aquila del 6 aprile 2009, l’adozione di dettagli costruttivi inadeguati (quali l’assenza di staffe nei nodi, l’uso di barre d’armatura lisce, scarse lunghezze di ancoraggio) e la mancanza di un criterio di progettazione basato sul principio della gerarchia delle resistenze rendono tali nodi particolarmente vulnerabili manifestando scarsa resistenza, duttilità e dissipazione energetica.è richiesta l'iscrizione al convegno per poter visualizzare gli interventi.