L’articolo vuole riportare le risultanze di una ricerca sperimentale consistita nello smontaggio ed anastilosi di una volta a geometria complessa di un edificio settecentesco del centro storico di Ragusa. 

A causa di un banale guasto ad una fognatura la volta ha subito un cedimento fondazionale traslativo verticale, che ha fortemente dissestato il cantonale d’angolo, producendo una grave deformazione e fessurazione della volta policentrica ribassata del primo piano; rendendo necessaria la sua ricostruzione.

Questa volta è realizzata con un sistema tradizionale molto interessante: dopo aver realizzato e messe in opera le centine in legno e aver murato tradizionalmente i peducci, si posizionavano a secco i conci di pietra restanti, lasciando tra le pietre dei giunti estremamente larghi,  conseguentemente veniva ad essere colata una malta strutturale di gesso molto viscosa, che si concludeva in estradosso con una sorta di cappa. Queste volte risultano estremamente sottili, dalle forme assolutamente libere e impostate su murature d’imposta molto esili.

La presenza di una malta di gesso, riproposta secondo un mix design ispirato a quello originari, che durante la presa invece che subire una contrazione volumetrica ha una certa espansione (anche 3-5% in vol.), vi conferisce specifiche e peculiari proprietà strutturali, indagate applicando un programma diagnostico di monitoraggio strumentale ottico, strutturale e ultrasonico, eseguito in fase di presa-asciugatura-indurimento della gettata, posto poi a confronto con un modello di calcolo ad elementi finiti, che hanno dato conferma delle ampie risorse di questa tecnologia, soprattutto dal punto di vista della prestazione comportamentale strutturale, in caso di azione sismica.