ANIDIS - L'ingegneria Sismica in Italia, ANIDIS 2011 - XIV convegno

Dimensione del carattere:  Piccola  Media  Grande

Sulla risposta sismica della chiesa S. Pietro di Coppito a L’Aquila al sisma del 6 aprile 2009

Giosuè Boscato, Marco Pizzolato, Salvator Russo, Antonio Michele Tralli

Ultima modifica: 2011-07-08

Sommario


 

Il caso studio riguarda la Chiesa di San Pietro in Coppito all'Aquila collocata nel centro storico dell'Aquila che riveste un ruolo fondamentale per la comunità abruzzese ed è una delle quattro chiese "capoquarto" della città capoluogo di regione. Il complesso monumentale di San Pietro di Coppito  (XIII secolo) è costituito da cinque organismi architettonico-strutturali: l'aula della navata principale, la navata laterale destra, il transetto, il presbiterio con 3 absidi e la torre campanaria. Dall'analisi dell'efficienza strutturale del sistema e dei macroelementi rispetto all'azione del sisma del 6 aprile 2009, risultano alcune particolarità strutturali e costruttive che hanno condizionato i tipi di danno e i crolli parziali. La configurazione della facciata, ad esempio, a causa della retrostante doppia falda di copertura ubicata a quota inferiore, non consente di vincolare gli angoli superiori. Tale soluzione, tipica di molte chiese di pari periodo e collocazione territoriale, non permette inoltre un efficace ammorsamento tra la facciata e le pareti trasversali favorendo il ribaltamento fuori dal piano e il crollo parziale della parte sommitale della stessa .

 

In questo articolo, sulla base della Direttiva dei Beni Culturali, viene affrontato lo studio del meccanismo di collasso di due dei macroelementi danneggiati: la facciata e l'arco trionfale presente nel transetto della Chiesa. A questo fine è stata svolta  una campagna di prove sperimentali  su campioni prelevati in più punti della Chiesa,  che ha consentito di  identificare le proprietà meccaniche dei materiali.

L'arco trionfale, che presenta lesioni dovute principalmente all'azione del sisma nel proprio piano, viene studiato, sotto varie ipotesi di carico e di resistenza dei materiali, con il programma DIANA 9.4.2,  tenendo in conto la non linearità del materiale muratura. Il quadro fessurativo e di danneggiamento ottenuti dall'analisi vengono confrontati  con quelli riscontrati dopo il sisma.

La facciata, che ha una snellezza circa pari a 12, si è distaccata dalle pareti ad essa ortogonali  e presenta un innesco del ribaltamento fuori dal proprio piano, senza però giungere al completo collasso. Oltre al distacco dalle pareti ortogonali, la facciata mostra un collasso parziale che interessa uno degli angoli superiori della stessa. Il meccanismo di ribaltamento della facciata viene studiato  mediante Analisi Cinematica sia  lineare  che non lineare. La classica analisi lineare, ove l'equilibrio viene valutato con riferimento alla configurazione iniziale, porta a concludere  che la facciata non è verificata al ribaltamento  considerando le azioni previste dalla normativa vigente, l' analisi cinematica non lineare svolta secondo quanto prescritto  dalla Circolare 617/ C.S.LL.PP. del 2009 al punto 8A.4.2,  seppure al limite,  fornisce un esito positivo.  Per uno studio più approfondito del ribaltamento della facciata  viene inoltre presentata  un'analisi dinamica non lineare schematizzando la parete come un sistema ad un grado di libertà tenendo conto del cosiddetto  fenomeno di Rocking.

 

Nell'articolo gli autori presentano in modo critico la procedura di valutazione adottata evidenziando la differenza nei risultati a cui si giunge utilizzando diversi approcci di studio. Tale confronto consente di mettere in luce una serie di criticità metodologiche e permette di evidenziare una serie di considerazioni utili al fine di orientare il tecnico incaricato dell'effettuazione di verifiche strutturali di questo tipo. 

 


è richiesta l'iscrizione al convegno per poter visualizzare gli interventi.