L’isolamento sismico longitudinale dei ponti a travata: criteri di ottimizzazione tecnico-economica
Ultima modifica: 2013-05-03
Sommario
L’isolamento sismico dei ponti è oggi risolto attraverso diverse soluzioni tecnico-progettuali, la preferenza ad una piuttosto che ad un’altra soluzione non sempre è condotta in base a criteri di ottimizzazione tecnico-economica, ma più frequentemente è dettata dalla consuetudine del cliente ovvero della regione/nazione dove sorge l’opera.
Nella memoria sono affrontati alcuni aspetti dell’isolamento sismico di ponti a travata che oggi costituiscono la gran maggioranza dei viadotti realizzati lungo le nuove infrastrutture, incentrando l’attenzione sul comportamento longitudinale, che, per la semplicità della configurazione, ben si presta ad una discussione a carattere generale. Nel testo si analizzano e si approfondiscono le configurazioni oggi maggiormente utilizzate nella progettazione di ponti in zona sismica, cercando di associare alcuni semplici concetti di calcolo probabilistico a quelli consolidati di meccanica e dinamica di queste strutture, in modo da individuare un quadro di riferimento per progettisti ed amministrazioni. Partendo, quindi, dalle principali azioni ambientali ed antropiche su ponti e viadotti, si discute di sismicità di soglia, di progettazione duttile delle sottostrutture, di stati limite di progetto in rapporto alla vita utile delle opere e degli eventuali apparecchi di isolamento. L’obiettivo è di individuare alcune linee guida nella scelta degli schemi statici e delle eventuali apparecchiature da utilizzare per queste opere, considerato che è possibile ridurre l’impiego di queste macchine alle sole situazioni indispensabili e non appesantire l’onere manutentorio delle nostre infrastrutture ovvero l’indeterminazione circa il loro comportamento in caso di sisma. Infine si richiama un tema molto importante e spesso sottovalutato ai fini di un corretto inquadramento del problema della risposta sismica dei viadotti, quello dell’attrito sui vicoli scorrevoli, il quale associato a sottostrutture snelle e flessibili, può portare ad un notevole abbattimento della risposta, come più dettagliatamente discusso in un’altra memoria complementare presentata dagli scriventi, in cui sono approfonditi gli aspetti legati alla risposta dinamica in campo non lineare dei ponti a travata.
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