La conservazione del patrimonio culturale è nel XXI secolo una necessità. Molto spesso si interviene sul bene culturale aggredendolo, senza attivare un profondo percorso di conoscenza volto all'individuazione e alla classificazione delle vulnerabilità, in questo caso, dei beni architettonici. Ogni edifico è dotato di una sufficiente quantità di dati per lo studio storico-critico imprescindibile dal progetto di consolidamento e di restauro architettonico e, pertanto, conoscere il passato di un bene è fondamentale per la comprensione dei comportamenti futuri dello stesso bene. In particolare, l'analisi degli eventi e degli interventi subiti da una costruzione precede il rilievo architettonico vero e proprio e contempla la descrizione dei materiali, delle tecniche costruttive, degli eventuali degradi, dissesti e rimaneggiamenti. L'approccio conoscitivo è relativo alla città di Cosenza, indagata attraverso tre aree di papprezzabile interesse urbanistico e architettonico: il "quartiere" di epoca fascista, l'attuale isola pedonale di Corso Mazzini, le prime cooperative in cemento armato.

La metodologia proposta ha il suo fondamento nelle Linee Guida per la salvaguardia dei beni culturali dai rischi naturali, promosse dall'ENEA nel 2005, e prevede una progettazione articlata in più fasi:

- ricerca storica: archivistica, bibliografica, studio storico degli eventi, dei dissesti, degli interventi di restauro e consolidamento

- ricerca cartografica: cartografia di base, storica, dei beni culturali, ecc...;

- rilievo morfologico: rilievo fotografico e ricerca immagini storiche;

- ricerca sui materiali e le tecniche di costruzione: la regola dell'arte e il genius loci;

- schedatura e catalogazione dei fabbricati al fine della redazione di un Atlante delle culture costruttive locali.