Valutazione del livello di rischio sismico di edifici storici tramite analisi globale e locale
Ultima modifica: 2011-07-04
Sommario
Nella presente memoria si riportano alcuni esempi di verifiche svolte su edifici storici esistenti per la valutazione del livello di rischio sismico effettuate nell’ambito delle convenzioni stipulate tra la Direzione Regionale per i beni culturali e paesaggistici dell’Emilia Romagna e le Università di Bologna, di Ferrara e di Parma, con il coordinamento generale del prof. Carlo Blasi. Tali verifiche vengono eseguite, su edifici sotto la tutela della Soprintendenza Regionale, secondo il livello LV1, indicato nella Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri per la valutazione e riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale con riferimento alle norme tecniche per le costruzioni del 12.10.2007 e S.M. e in base alle nuove Norme Tecniche per le Costruzioni NTC2008, che prevedono lo studio di tali edifici attraverso analisi qualitative e modelli meccanici semplificati. La valutazione del livello di rischio sismico viene effettuata tramite la stima dell’indice di sicurezza sismica, definito dal rapporto fra la capacità della struttura e la domanda di accelerazione richiesta dal sisma.
Come prescritto dalla Direttiva, l’indice di sicurezza sismica viene calcolato attraverso l’applicazione di due approcci di calcolo differenti: un’analisi globale che prevede un comportamento scatolare dell’edificio e un’analisi dei meccanismi locali di collasso. La valutazione del comportamento globale dell’edificio viene effettuata tramite il programma SIVARS proposto dal Ministero dei Beni Culturali e Ambientali, mentre i meccanismi locali di collasso sono valutati attraverso analisi cinematica lineare e non lineare. L’indice di sicurezza sismica ottenuto con il programma SIVARS risulta usualmente superiore a quello ottenuto tramite analisi cinematica poiché tale programma permette di analizzare solo edifici con determinate caratteristiche strutturali che realmente rispecchiano il comportamento scatolare dell’edificio. E’ infatti dimostrato dall’analisi sistematica dei danni subiti da edifici storici in occasione di eventi sismici che il comportamento sismico di tali edifici possa essere meglio interpretato attraverso l’analisi dei meccanismi locali di collasso.
Per tale motivo risulta di particolare interesse lo studio del comportamento degli edifici esistenti tramite analisi cinematica. L’interesse per tale metodologia di calcolo è confermata dal crescente approfondimento tramite programmi di ricerca come ad esempio il PRIN dal titolo “Protocolli operativi per la conoscenza e la tutela dal rischio sismico del patrimonio culturale in applicazione alla Direttiva 12-10-2007 (Gazzetta Ufficiale 24 del 29-01-2008)” in corso di sviluppo presso l’Università degli Studi di Parma.
Lo scopo finale di questo studio consiste nell’individuazione di una lista di priorità di intervento in relazione alle situazioni di rischio sismico individuate. Le indicazioni fornite dai meccanismi di collasso, supportate dal rilievo del quadro fessurativo riscontrato durante i sopraluoghi, si configurano dunque spesso come uno strumento efficace per l’individuazione di una lista di priorità di interventi da eseguirsi.
Spesso infatti bastano semplici interventi di miglioramento non invasivi e poco dispendiosi per aumentare la sicurezza sismica dell’edificio stesso.
è richiesta l'iscrizione al convegno per poter visualizzare gli interventi.