SISMA ABRUZZO 2009 – Archeologia e Terremoto: strumenti per il rilievo del danno e della vulnerabilità dei Beni Archeologici danneggiati dal sisma.
alberto lemme, Gabriella Florio, Giovanni Cialone, Maria Rita Copersino
Ultima modifica: 2011-08-29
Sommario
L’area del “cratere” aquilano, individuata a seguito dell’evento sismico del 6 aprile 2009, è interessata dalla presenza di notevoli emergenze archeologiche che hanno riportato danni medio-gravi a causa del terremoto. Il lavoro di rilievo del danno sismico inerente questa particolare categoria di Beni si è avvalso della stessa metodologia utilizzata per il rilievo del danneggiamento e della vulnerabilità dei Beni Monumentali, ed in particolare degli edifici di culto. Gli strumenti schedografici utilizzati per la valutazione del danno sismico, della vulnerabilità e della qualità muraria dei Beni Archeologici sono, dunque, il risultato di un lavoro di comparazione tra le schede in uso, già recepite a livello nazionale, e la complessità e diversificazione delle tipologie costruttive, dei materiali, dei leganti, della presenza di Beni storico-artistici, nonché degli eventuali interventi di restauro, tutti elementi che influiscono in maniera determinante sulla risposta sismica e sulla vulnerabilità del Patrimonio Archeologico. Il rilievo ha, pertanto, consentito di trattare sia le peculiarità legate a un singolo bene sia quelle di un bene complesso. Sono stati individuati i meccanismi di collasso, le tipologie di danno e gli indicatori di vulnerabilità associati ai Beni Archeologici e sulla base di un rilievo di oltre 800 Beni dell’area Aquilana, danneggiati dal terremoto del 2009, è stata sperimentata la metodologia di rilievo. Con criteri analoghi a quelli utilizzati per gli edifici di culto è stato stimato un indice di danno per ciascun bene che ha tenuto conto della diversa estensione e/o complessità architettonica dei Beni Archeologici e dello stretto rapporto che intercorre tra il danno rilevato e la sua estensione. Da ciò ne è derivato un indice di danno esteso da confrontare con quello atteso. L’analisi delle carenze costruttive e di eventuali presidi sismici ha consentito, seppure a livello sperimentale, di individuare i fattori che hanno influito maggiormente sul danneggiamento; inolte, è stato possibile definire alcune classi e un indice sintetico di vulnerabilità correlato al danno. Oltre al rilievo del danno e della vulnerabilità è stata valutata la qualità muraria con strumenti analoghi a quelli utilizzati per le altre tipologie di beni (scheda murature GNDT-Molise, Reluis). Il rilievo ha consentito di apprezzare l’influenza della variabilità delle tecniche costruttive, delle tessiture murarie, la carenza di manutenzione e, non da ultimo, gli interventi recenti di restauro effettuati con materiali e tecniche di natura diversa dall’originale che hanno favorito frequentemente l’accentuazione e l’amplificazione del danno.
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