ANIDIS - L'ingegneria Sismica in Italia, ANIDIS 2011 - XIV convegno

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Prime analisi dei costi di ripristino post-sisma del 6 aprile 2009 in Abruzzo e problematiche connesse ai rilievi di agibilità e danno

Antonio Mannella, Gaetano Fontana, Luciano Marchetti, Corrado Marsili, Lucia Milano, Francesco Nola

Ultima modifica: 2011-07-06

Sommario


Il verificarsi di un terremoto determina l’avvio di una serie di attività sulla base di procedure, già messe a punto e sperimentate a seguito dei sismi passati, finalizzate ad una efficace e rapida risoluzione dello stato di emergenza. Propedeutico alla programmazione e coordinamento di buona parte delle operazioni da compiere è il censimento delle condizioni di danno degli edifici, compiuto mediante l’uso di strumenti più o meno “collaudati”. Solo l’effettivo utilizzo ai fini emergenziali dei dati provenienti dalla schedatura degli edifici può efficacemente evidenziare i limiti e le problematiche degli strumenti adottati e delle procedure di riferimento. D’altronde ogni evento presenta condizioni specifiche e peculiari, anche legate alle differenti realtà territoriali, che possono determinare difficoltà, a volte difficilmente prevedibili a priori. L’esperienza del sisma che ha colpito l’Abruzzo il 6 aprile 2009, può rappresentare, in tal senso, un importante riferimento per le soluzioni adottate e, soprattutto, per le considerazioni che è possibile trarre in merito all’applicazione sul campo di strumenti e procedure ai fini del loro perfezionamento.

Per il rilievo dei danni e dell’agibilità agli edifici ordinari in muratura e cemento armato è stata utilizzata la ben nota scheda AeDES, nella versione 06/2008, adottata con l’OPCM 3753 del 06 Aprile 2009. Per gli edifici soggetti a tutela e per quelli di interesse storico artistico sono stati impiegati due modelli di scheda, specifici per le chiese (modello A-DC) e per i palazzi (modello B-DP), predisposti dal DPC e dal MiBAC ed approvati con DPCM del 23 febbraio 2006; entrambe le schede richiedono particolare esperienza nella compilazione e conoscenza approfondita dei beni soggetti a verifica; a differenza della scheda AeDES, l’attribuzione di un esito di agibilità non è guidato dalla compilazione della sezione relativa al rilevamento del danno, ma lasciato al giudizio esperto del compilatore. Tutte richiedono l’indicazione degli eventuali provvedimenti urgenti da adottare, costituendo in tal senso un utile riferimento per la realizzazione degli interventi di messa in sicurezza. Meglio ottimizzata ai fini delle verifiche, operate in tempi brevi e spesso effettuate in condizioni di sicurezza incerte, è la scheda AeDES; le schede per i Beni Culturali, ed in particolare quella per i palazzi, adottata per la prima volta in Abruzzo, risultano invece più complesse ed articolate. Difatti, nell’osservazione e nell’utilizzo delle oltre 700 schede palazzi realizzate, sono emerse alcune problematiche legate anche alle difficoltà di interpretazione e compilazione delle stesse.

In Abruzzo poi le schede di rilievo hanno avuto un ruolo determinante anche nell’attribuzione di finanziamenti ai fini degli interventi sia urgenti che di ripristino. Scelta questa che, se da un lato garantisce tempi più rapidi di intervento, necessari per fronteggiare una situazione di emergenza delle dimensioni di quella che si è verificata dopo il 6 aprile, dall’altro può creare non pochi problemi di equa e razionale distribuzione delle risorse. Ecco dunque che un esame di quanto avvenuto attraverso l’osservazione dei dati riguardanti il danno, l’agibilità ed i contributi per gli interventi sugli edifici, può essere utile anche ai fini di un giudizio critico sulle metodologie adottate.

Nella memoria sono proposti quindi i risultati di elaborazioni effettuate sui dati disponibili derivanti dalle schede di rilievo, dai contributi concessi e dagli oneri derivanti dalle operazioni di messa in sicurezza degli edifici soggetti a tutela e delle chiese. Attraverso correlazioni tra le informazioni relative al danneggiamento rilevato, al giudizio di agibilità assegnato ed alle risorse finora spese per gli interventi riguardanti sia la messa in sicurezza (principalmente per chiese e palazzi) sia il recupero edilizio (per gli edifici privati), è possibile trarre interessanti osservazioni nei riguardi dell’efficacia degli strumenti e delle procedure adottate. È chiaro che ancora molto occorre fare, di conseguenza i risultati di tali ricerche dovranno essere aggiornati quando ulteriori informazioni saranno disponibili, pur potendo essere impiegati sin d’ora per eventuali soluzioni da ricercare ed adottare in una emergenza ancora in essere.


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