ANIDIS - L'ingegneria Sismica in Italia, ANIDIS 2013 - XV Convegno

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L’aerofotogrammetria digitale per la stima delle caratteristiche strutturali degli edifici

Massimo Fabris, Vladimiro Achilli, Gian Paolo Campostrini, Claudio Modena

Ultima modifica: 2013-04-29

Sommario


La fotogrammetria digitale è una metodologia di rilievo che permette di ottenere informazioni metriche tridimensionali di oggetti dall’analisi di immagini acquisite da differenti punti di presa.

Le immagini fotogrammetriche aeree vengono utilizzate per il rilievo del territorio ottenendo prodotti come modelli digitali delle superfici e ortofoto che, estratti in differenti periodi su porzioni di territorio soggette a deformazioni, permettono di valutarne gli spostamenti e le variazioni di massa. La metodologia, che viene principalmente utilizzata per la produzione e l’aggiornamento di cartografia, può trovare ampio utilizzo anche per la stima delle caratteristiche strutturali degli edifici dall’analisi del rilievo dei tetti.

Infatti, nella valutazione del rischio sismico uno degli aspetti che rivestono particolare importanza è quello del rilievo. L’onere economico derivante da questa fase è legato principalmente alla precisione con la quale il rilievo viene effettuato; per questo motivo l’utilizzo di strumentazione particolarmente raffinata (laser a scansione) pur fornendo risultati di indubbia qualità, appare eccessivamente dispendioso. Un diverso approccio può essere quello di utilizzare in una prima fase metodi fotogrammetrici aerei, meno precisi ma anche meno costosi, grazie all’ampia disponibilità di dati d’archivio: questi permettono di individuare le zone di criticità sulle quali, eventualmente, effettuare una successiva indagine più accurata. Ai metodi fotogrammetrici classici, che consentono di rilevare gli elementi visibili, possono essere affiancati approcci di tipo statistico-probabilistico al fine di individuare e quantificare dal punto di vista dimensionale gli elementi di cui si intuisce la presenza. Non è poi trascurabile il fatto che il rilievo così realizzato, essendo accompagnato da una quantificazione della precisione, ben si presta alle successive valutazioni di vulnerabilità.

Nei centri storici, che mantengano quasi inalterata la struttura originaria, la pianta delle coperture permette di individuare con buona approssimazione la struttura muraria sottostante; gli spessori dei muri, così come altre caratteristiche geometriche, si possono descrivere in termini probabilistici mediante opportune distribuzioni di probabilità.

Il vantaggio della metodologia, nel caso di disponibilità di dati fotogrammetrici d’archivio, consiste principalmente nella totale eliminazione del rilievo in campagna con conseguente riduzione dei tempi e dei costi di produzione.

L’approccio è stato applicato ad una porzione del centro storico di Santo Stefano di Sessanio (L’Aquila) interessato dal terremoto del 2009, per il quale erano disponibili rilievi aerofotogrammetrici effettuati nel 2007, 2009, 2010 e 2011 (pre- e post-terremoto). Gli edifici studiati, coinvolti dal sisma, sono stati inoltre rilevati speditivamente nell’ambito di una convenzione tra l’Università di Padova e il comune di Sessanio ed il rilievo ottenuto è stato utilizzato solo per il confronto con i risultati fotogrammetrici. Sia le immagini aeree che i punti fotografici d’appoggio, necessari per il loro orientamento esterno, erano disponibili nel portale cartografico della regione Abruzzo.

Dopo aver estratto i modelli fotogrammetrici, la restituzione delle coperture è stata effettuata in steroscopia utilizzando tutte le coppie disponibili, ottenendo in questo modo un dataset di punti successivamente analizzato statisticamente.

Integrando le incertezze legate all’aspetto geometrico-strutturale nell’analisi di vulnerabilità, il metodo proposto permette una rappresentazione più realistica del patrimonio storico nell’ottica della prevenzione e riduzione del rischio sismico.


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