ANIDIS - L'ingegneria Sismica in Italia, ANIDIS 2013 - XV Convegno

Dimensione del carattere:  Piccola  Media  Grande

Simulazione del crollo della Chiesa di Santa Maria Paganica (L’Aquila, 2009) tramite analisi lineari e non lineari e possibili strategie per la ricostruzione

Daria Ottonelli, Sergio Lagomarsino, Serena Cattari

Ultima modifica: 2013-05-24

Sommario


L’articolo propone una dettagliata interpretazione del danno e dei crolli occorsi nella Chiesa di Santa Maria Paganica a seguito dell’evento sismico che ha colpito L’Aquila nel 2009 supportata dall’esecuzione di analisi lineari su un modello 3D e analisi non lineari su singoli macroelementi.

 

La Chiesa di Santa Maria Paganica, costruita nella seconda metà del XIII secolo, costituisce una delle chiese più importanti per la storia aquilana essendo una dei cosiddetti “capoquarti” della città. Durante i secoli, anche a seguito dei danni causati da diversi eventi sismici, il manufatto ha subito importanti trasformazioni che hanno giocato un ruolo decisivo nella sua risposta sismica. Gli ampliamenti e la sopraelevazione della navata centrale a seguito del terremoto del 1703 o la sostituzione dell’originaria copertura lignea con una in latero cemento negli anni ’60 ne costituiscono solo alcuni esempi. Gli importanti crolli occorsi a seguito dell’evento del 2009 (praticamente totali della cupola, del tiburio, della copertura – con la sola eccezione della zona absidale - e di estese porzioni delle navate laterali) e la configurazione piuttosto articolata del manufatto (con pareti di elevata snellezza e con vincoli non simmetrici sui due lati della navata per la presenza di diversi corpi addossati) rendono complessa e tutt’altro che banale l’interpretazione della risposta occorsa.

A tal fine la risposta sismica della struttura è stata dapprima analizzata eseguendo un’analisi dinamica modale su un modello 3D ad elementi finiti (sviluppato tramite il codice di calcolo ANSYS rel.8). L’analisi delle forme modali e dello stato tensionale nelle diverse porzioni al variare di diverse ipotesi (in relazione alla rigidezza della copertura e all’effettiva efficacia delle catene presenti) costituisce in questo caso lo strumento chiave per interpretare l’effettiva risposta attivata. Ne emerge come la risposta d’assieme del fabbricato sia in questo caso fondamentale e difficilmente riconducibile – come in altri casi – ad una serie di macroelementi pressochè indipendenti. I risultati delle analisi risultano in particolare decisivi per comprendere l’effettivo ruolo giocato dalla copertura in latero cemento: ossia se abbia costituito soltanto un aggravio delle masse in gioco (non essendo adeguato il collegamento ottenuto con le murature perimetrali) oppure abbia anche rappresentato un elemento di irrigidimento e di collegamento tra le pareti della navata laterale. L’esecuzione inoltre di analisi non lineari svolte su specifici macroelementi avvallano la gravità del danno occorsa in specifiche porzioni (quali ad esempio la facciata principale) in relazione all’evento sismico occorso.

I risultati ottenuti forniscono infine utili spunti anche nell’ottica di una eventuale ricostruzione del manufatto per orientare le scelte sulle più idonee soluzioni strutturali da adottare.

è richiesta l'iscrizione al convegno per poter visualizzare gli interventi.