ANIDIS - L'ingegneria Sismica in Italia, ANIDIS 2013 - XV Convegno

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Ripristino della fruibilità post-sismica delle strutture prefabbricate del Polo Scientifico-Tecnologico dell’Università di Ferrara

Nerio Tullini, Fabio Minghini

Ultima modifica: 2013-05-28

Sommario


Il Polo Scientifico-Tecnologico dell’Università degli Studi di Ferrara sorge su un’area di 60465 metri quadrati a Sud-Ovest del centro cittadino. Di esso fanno parte il corpo laboratori di Ingegneria Civile e Meccanica (denominato “Blocco E”), quello di Scienze della Terra (“Blocco F”),  il laboratorio pesante dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN, “Blocco G”) ed un altro edificio adibito ad aule per la didattica, denominato “Palazzina Gialla”. Complessivamente il valore delle attrezzature non spostabili contenute nei vari laboratori supera i 3 milioni di euro. La Palazzina Gialla e i blocchi E, F e G, che insieme superano 56000 metri cubi di costruito, presentano struttura prefabbricata in c.c.a.: la prima è stata ultimata nel 1996, i secondi nel 2002, quando Ferrara ancora non rientrava fra i Comuni a bassa sismicità. Gli eventi sismici dello scorso maggio hanno investito l’area in esame con un’intensità sismica agS non superiore a 0.15g. Le strutture portanti in c.c.a. non hanno subito danni, ma a seguito dell’emanazione del D.L. 74/2012, gli edifici prefabbricati, privi di dettagli antisismici, sono stati dichiarati inagibili. Allo scopo di garantire la rapida riapertura dei laboratori alle attività di ricerca e la fruizione delle aule in vista dell’inizio del nuovo anno accademico, il Gruppo di Tecnica delle Costruzioni si è incaricato della progettazione esecutiva delle connessioni mancanti e della consulenza in cantiere.

La memoria passa in rassegna le connessione progettate per i collegamenti tegolo-trave e trave-pilastro. Le forze di progetto sono state determinate a partire da modellazioni globali agli elementi finiti degli edifici. Gli elementi di connessione sono stati realizzati calandrando fogli di lamiera d’acciaio e ancorati alle strutture prefabbricate per mezzo di tasselli meccanici o chimici oppure, ove possibile, per mezzo di barre filettate passanti. Le verifiche delle lamiere sono state condotte attraverso modellazioni agli elementi finiti bidimensionali, mentre per i tasselli è stato adottato il dominio di rottura taglio-trazione proposto dalle ditte produttrici. Nel caso degli appoggi trave-pilastro del blocco G (laboratorio INFN), il collegamento è stato realizzato tramite una barra filettata che attraversa per intero la piattabanda della trave a L e si innesta nella testa del pilastro. La connessione è stata verificata utilizzando le relazioni proposte da Vintzeleou e Tassios (1987) per gli spinotti sottoposti a deformazioni cicliche. Infine, i profili Halfen con cui i pannelli di rivestimento a sviluppo orizzontale sono collegati ai pilastri sono stati integrati inserendo dall’esterno ancoranti meccanici.

L’esperienza fatta a Ferrara ha confermato che la realizzazione delle connessioni in strutture prefabbricate non progettate per le condizioni sismiche può presentare difficoltà esecutive notevoli. Le connessioni “standard” divengono di fatto impraticabili, la loro progettazione deve essere spesso rivista in maniera iterativa e può risultare conveniente la realizzazione di prototipi. Nonostante gli imprevisti, l’attenzione scrupolosa al rispetto del cronoprogramma ha consentito la riapertura delle strutture per l’inizio dell’anno accademico.

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