Nelle costruzioni tradizionali le condizioni della struttura di copertura influenzano in modo significativo la risposta sismica dell’edificio sottostante, costituendo un elemento di connessione che favorisce la collaborazione delle pareti murarie oppure, al contrario, generando condizioni critiche capaci di dar luogo a situazioni di collasso progressivo.

Le modalità di adeguamento sismico di tali strutture che sono state adottate in passato e che erano spesso caratterizzate  da irrigidimenti significativi e da consistenti aumenti della massa si sono dimostrate in molti casi inopportune. L’effetto negativo di rinforzi eccessivi si è manifestato in molte situazioni in terremoti recenti, e in particolare in quello de L’Aquila.

Le normative tecniche suggeriscono ora di evitare la sostituzione delle strutture lignee di copertura con elementi aventi caratteristiche meccaniche diverse e di adottare tecniche di intervento meno invasive rispetto a quanto ritenuto valido in passato. In questa prospettiva occorre affrontare in particolare due questioni, cioè (1) la definizione di tecniche di intervento rispondenti a questi criteri ed efficaci nei riguardi dell’azione sismica e (2) la definizione di metodi anche speditivi per valutare la qualità delle strutture di copertura nei riguardi dell’azione sismica.

Per quest'ultimo scopo si è sviluppata una metodologia di valutazione della vulnerabilità delle coperture lignee: in una prima fase si esegue una analisi visiva con rilievo dei parametri caratteristici della struttura, che nella fase successiva viene classificata in base alla valutazione di una serie di indicatori desunti dai dati rilevati.

Nel lavoro qui proposto si delinea il metodo e si presenta una serie di casi prova di strutture lignee di copertura per le quali l’esame di vulnerabilità ha permesso di evidenziare possibili situazioni di criticità in modo sistematico e con criteri omogenei.