ANIDIS - L'ingegneria Sismica in Italia, ANIDIS 2011 - XIV convegno

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ADEGUAMENTO FUNZIONALE E SISMICO DEL PONTE DI ADRIANO GALLI SUL RIO CORACE A GIMIGLIANO(CATANZARO)

Enzo Siviero, Andrea Totaro

Ultima modifica: 2011-07-05

Sommario


Il rischio sismico e il rischio idrogeologico rappresentano temi sui quali la comunità scientifica continua ad incrementare le proprie attenzioni. Eventi disastrosi quali terremoti, frane,alluvioni, tsunami o tornado, ci ricordano sempre più spesso quanto siano fragili le nostre costruzioni e ci impongono un cambiamento di rotta in campo progettuale. Il D.M. del 14 gennaio 2008 ha ormai recepito le più avanzate indicazioni progettuali contenute negli Eurocodici, e ha così definito i tipi di costruzioni e le categorie d'uso in relazione alle quali è necessario garantire diversi margini di sicurezza, crescenti in funzione dell'importanza dell'opera individuata in funzione di svariati criteri. Appare però più complessa e meno definita la classificazione delle opere esistenti, per le quali è sicuramente più difficile riuscire a perseguire in fase di intervento tutti gli obiettivi prestazionali previsti per le nuove costruzioni. Ancor più difficile diventa l'intervento sull'esistente allorquando esso rappresenta un patrimonio storico-culturale.

Il presente contributo illustra il caso studio del Ponte di Adriano Galli sul rio Corace a Gimigliano, ponte che nel febbraio del 2010 ha subito gravi danni strutturali a seguito di un evento franoso innescato da forti eventi alluvionali. Questo ponte, costruito tra il 1955 e il 1956, è il primo esempio di ponte tipo Maillart a volta sottile e impalcato irrigidente presente nel Sud Italia, e rappresenta un'indiscutibile traccia della grande tradizione delle costruzioni in cemento armato dell'Ingegneria Italiana di quegli anni, una delle opere icona della grandezza dei nostri ingegneri del tempo; basti pensare al suo progettista, Adriano Galli, illustre professionista e professore, tra i fondatori della nuova Facoltà di Ingegneria di Napoli nel secondo dopoguerra.

A seguito dei dissesti subiti, il ponte è stato tempestivamente chiuso al traffico, interrompendo ogni collegamento tra i due comuni limitrofi di Gimigliano e Tiriolo. Si sono dunque rese necessarie ed inderogabili le opere di messa in sicurezza del ponte per la riapertura al traffico, sebbene limitato a mezzi leggeri, e al contempo le opere necessarie ad un adeguamento funzionale e sismico dell'opera nel rispetto delle normative vigenti. Pertanto sono stati redatti due progetti, il primo, di carattere esecutivo, di messa in sicurezza per la riapertura al traffico limitato (in fase di esecuzione),e il secondo,di carattere  preliminare, per l'adeguamento funzionale e sismico di questa stupenda ed importante opera storica.

Questo contributo è focalizzato sul secondo progetto, sull'approccio alla progettazione che ha portato alla soluzione finale, e sulle varie ipotesi di adeguamento sismico ipotizzate e messe a punto per lo stesso.


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