ANIDIS - L'ingegneria Sismica in Italia, ANIDIS 2011 - XIV convegno

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Isolamento sismico alla base del Condominio Habitat in L’Aquila

Riccardo Vetturini, Walter Cecchini, Placido Lucà Trombetta, Davide Cocchio

Ultima modifica: 2011-06-21

Sommario


Il presente lavoro illustra il progetto strutturale per la messa in sicurezza di un complesso edilizio di 71 unità immobiliari a L’Aquila, gravemente danneggiato dalla crisi sismica del 06 aprile 2009, mediante l’isolamento alla base. Il complesso, denominato “condominio Habitat” è un aggregato edilizio costruito agli inizi degli anni ’90, costituito da diciannove edifici strutturalmente tra loro distinti ma contigui, di cui dieci ospitanti le unità abitative e nove i corpi scale, disposti a ferro di cavallo attorno ad uno spazio verde centrale. Tra gli edifici ed i corpi scala sono presenti giunti sismici che si sono manifestati inadeguati per dimensione durante l’evento sismico con effetti evidenti di martellamento fra le strutture. Il complesso verrà isolato alla base disponendo 277 isolatori a scorrimento a doppia curvatura della serie FIP-D, lasciando le diciannove strutture tra loro indipendenti tranne che a livello del primo impalcato al di sopra degli isolatori. Le dimensioni dell’impalcato, il numero di isolatori e la particolare conformazione del fabbricato fanno dell’intervento un’opera inusuale e significativa. L’intervento di isolamento alla base consente di limitare gli interventi quasi esclusivamente al piano terra (zona questa con maggior livello di danno) e fondale senza dover procedere rispetto ad un intervento tradizionale ad opere invasive nell’elevato con conseguenti ragguardevoli costi di ripristino. In particolare gli alloggi ai piani superiori sono stati debolmente segnati dall’evento sismico ed un intervento tradizionale di rinforzo dei telai esistenti avrebbe comportato opere connesse al rinforzo stesso davvero consistenti, lasciando per altro irrisolto il problema dei giunti inadeguati. L’isolamento alla base nel caso particolare ha viceversa il grande vantaggio di abbattere drasticamente l’accelerazione alla base, risolvendo contemporaneamente il problema della sicurezza di ogni singolo telaio e rendendo idonei i giunti esistenti senza interventi significativi sulla struttura in elevato. Il tema offre spunto ad alcune riflessioni di carattere generale sulla possibilità di estendere tale approccio ad altre tipologie similari.  


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